“Antenati di Arlecchino” a Piancavallo
Piancavallo (Pordenone), 16 Agosto 2024
DATA
16 Agosto 2024
ore 16:00
INGRESSO LIBERO
INFORMAZIONI:
+39 320 0530007
organizzazione.ortoteatro@gmail.com
DESCRIZIONE
“Antenati di Arlecchino” è uno spettacolo dedicato agli antichi linguaggi poetici e grotteschi che hanno preceduto e accompagnato il fenomeno della Commedia dell’Arte. I versi comicamente letti, declamati, cantati e commentati da Arlecchino, provengono da documenti importanti della storia e della letteratura italiana e dei suoi inter scambi d’oltralpe. Esattamente come i giullari e i comici italiani viaggiavano continuamente dalle molte corti italiane verso quelle di Parigi, di Vienna e della Spagna e del resto d’Europa, così è accaduto anche alla poesia e alla musica di quei secoli, ove l’estetica del buffo e del goliardico aveva già raggiunto nel secondo Duecento vette artistiche davvero incantevoli.
All’inizio del Trecento persino Dante descrisse nel XXI canto del suo Inferno un simpatico Alichino insieme ad altri nove diavoli buffi, antenati dei caratteri buffi della futura Commedia Rinascimentale con le Maschere. Contemporaneamente in Francia il personaggio di Hellequin, altro nome archetipico di Arlecchino, veniva descritto nel famoso poema “Roman de Fauvel”, in versi “ottosillabici” dal ritmo incalzante, pensati per il chiassoso corteo originario pieno di uomini mascherati degli charivari, antesignani di tutti i nostri mascherati carnevali europei.
E così, i Comici rinascimentali, degni eredi di cantastorie e giullareschi menestrelli, si dedicarono spesso alla recitazione buffa in versi: abbiamo anche la chicca di un sonetto plurilinguistico lasciatoci da quel poliglotta affabulatore che fu il primo Arlecchino teatrale Tristano Martinelli da Mantova (1557-1630).
Le ricerche musicali di Luca Fantinutti, con arrangiamenti di temi dal Duecento ai giorni nostri, accompagnano le coreografie dell’Arlecchino trasformista sulla scena e i canti di antichi poemi e sonetti. La scenografia è ambientata in un’osteria popolaresca, ispirata al dipinto “Danza in Trattoria” di Jean Miel (1599-1664) in cui una compagnia di comici in maschera offre musica e danze in cambio di un pasto caldo.
Arlecchino riporta in vita gli spiriti dei suoi Antenati, che declamano sonetti e cantano serenate alle signore del pubblico. Per richiamare la sua famiglia di Revenant, Arlecchino organizza persino, con tutti gli spettatori, degli scatenati concerti di percussioni e allegre “Danze Macabre”, ispirate agli affreschi della chiesa di San Vigilio di Pinzolo in Trentino. Nel tentativo di re-imparare a volare come i demoni buffi della Malabolgia dantesca, arlecchino cambia costumi, piume e maschere in un caleidoscopio di apparizioni comiche e poetiche, fino alla frugale ma piacevole condivisione del pasto finale a base di vino e mele per tutti.
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