Data

07 Set 2024
Expired!

Ora

20:45 - 22:15

AGANACANTA – Prima Nazionale

Conferenza Stampa “Tra Laico e Profano”
e debutto del nuovo spettacolo che dà il nome a tutto il festival 2024: AGANACANTA




PRESENTAZIONE DELLO SPETTACOLO
“Aganacanta” è un concerto accompagnato da letture, voci, azioni e coreografie dedicate ad antiche figure femminili che hanno votato la propria esistenza alla cura del rapporto spirituale tra umanità e natura. Donne compositrici, donne esperte di medicina, donne esperte di botanica, come la monaca benedettina Hildegard von Bingen (1098-1179). Questa profetessa medievale, oggi dichiarata “Dottore della Chiesa”, seppe sviluppare e gestire i suoi numerosi talenti di guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, gemmologa, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, musicista, linguista e consigliera politica, giungendo a fondare ed erigere un monastero indipendente per il suo gruppo di sorelle benedettine. Si dice che le sue composizioni per cori femminili fossero un toccasana per lo spirito e per il corpo.

La Badessa Herrad Von Hohenburg (1125 ca.-1195), contemporanea di Hildegard, ebbe grande notorietà come autrice e illustratrice del famoso manoscritto miniato Hortus deliciarum (L’orto delle delizie), che è considerato la prima enciclopedia redatta da una donna. I canti estratti da questo codice sono dedicati alla sublime bellezza e utilità della natura e dei suoi rimedi.

Accanto alle donne di Chiesa, lo spettacolo propone anche le figure laiche delle antiche donne curatrici popolari, di cui la Chiesa, invece, diffidava e che, più tardi, sarebbero state perseguite dall’Inquisizione. Sebbene altrove siano conosciute con altre varianti di nome, le Agane o Anguane sono figure che il Friuli condivide direttamente con tutte le aree montuose del Triveneto. Inoltre, attraverso tutta l’Europa, le Agane si rispecchiano a nord persino nelle straordinarie Huldre scandinave e a sud nelle molte figure classiche delle Arpie o delle Sirenidi.

Si dice che il canto delle Agane faccia accapponare la pelle. Si dice che, più che un suono, la loro voce è come un brivido dell’anima. Il cappellano musicista Giorgio Mainerio (1535-1582) nel Cinquecento era solito girare per i boschi montani del Friuli proprio per ascoltare questo brivido dei canti delle Agane: una dedizione alle testimonianze femminili che gli costò un’indagine istruttoria da parte del tribunale aquileiese dell’inquisizione, poi lasciata decadere. Così il musico continuò ad ascoltare e ci lasciò la famosa musica Schiarazula marazula che pare essere stata ispirata da danze di donne durante riti agresti notturni.

Ancora oggi le figure archetipiche delle Agane sono percepite come selvatiche abitatrici dei boschi pedemontani, protettrici delle acque dolci e delle sorgenti, consigliere delle società contadine nel loro evolversi in società industriali e post-industriali, curatrici delle madri e dei cuccioli dell’umanità in divenire.

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